Le aziende della regione Veneto hanno beneficiato nel corso del tempo di scambi commerciali piuttosto fertili ed importanti con le regioni mediorientali. Tra i prodotti che sono stati esportati maggiormente troviamo soprattutto i prodotti agroalimentari, ma anche gli articoli in pelle e l’abbigliamento. Stando però a quanto affermano gli esperti del settore, la situazione potrebbe adesso cambiare. Ci sarà infatti senza alcun dubbio un impatto sull’economia del Veneto a seguito della tensione tra Iran e Iraq, una tensione crescente soprattutto dopo le ultime mosse del presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump.
Non si tratta di una situazione però che deve allarmare più del necessario. Prima di tutto è infatti fondamentale ricordare che le piccole e medie imprese del Veneto che avevano iniziato a collaborare con il medio oriente, hanno sempre dimostrato di possedere una elevata capacità di reazione di fronte ad ogni ostacolo, che si è tradotta nella diversificazione della loro attività, cosa questa che ha permesso loro di restare sempre a galla. Inoltre è bene ricordare che lo scambio commerciale tra il Vento e l’area Iran-Iraq aveva perso mordente negli ultimi anni, uno scambio che quindi anche prima di queste tensioni non poteva dirsi poi così fertile e positivo.
Stando ai dati elaborati dal Centro studi di Unioncamere Veneto, e basati sulle rilevazioni Istat, sembra che l’importo di prodotti Made in Veneto nel primo semestre del 2019 sia stato di circa 41 milioni di euro mentre nello stesso periodo del 2018 le cifre avevano raggiunto quasi 92 milioni di euro. Andando indietro nel tempo, ci si rende facilmente conto che la situazione è letteralmente collassata nel corso degli anni. Dieci anni fa infatti si sono raggiunti i 289 milioni di euro. Da dieci anni a questa parte insomma le esportazioni non hanno vissuto di certo un periodo di fertilità, esportazioni che sono andate via via diminuendo, una diminuzione a cui le imprese venete si sono quindi lentamente abituate.
Dato che le aziende venete si sono abitate nel corso del tempo ad una diminuzione delle esportazioni verso Iran e Iraq e dato che si tratta di aziende che sanno diversificare al meglio la loro attività, sono sicuramente in grado di continuare a vivere nonostante le tensioni mediorientali. Questo è un dato positivo, che fa ben sperare per l’economia veneta nonostante tutto. C’è da dire però che le tensioni in Iran e Iraq comporteranno sicuramente un caro petrolio. Il prezzo della benzina tenderà a salire insomma in modo spropositato nel corso dei prossimi mesi. Il caro petrolio inciderà in modo negativo sulle spese che le famiglie italiane devono sostenere, ma anche sulle spese che le aziende devono necessariamente intraprendere per far fronte a tutte le loro attività. Considerando che anche senza le tensioni attuali il costo del petrolio è salito del 145% in Italia nel corso degli ultimi venti anni, è ovvio che questo sia un dato negativo che deve essere preso in considerazione dalle aziende del territorio in quanto capace di comportare delle uscite extra a cui nessuno aveva pensato.