Il Coronavirus è senza alcun dubbio un’emergenza sanitaria importante, che non deve essere sminuita. I giornalisti hanno però causato il panico nel corso delle ultime settimane, un allarmismo estremo che anche il mondo della politica purtroppo ha fomentato. A rimetterci sono soprattutto le imprese, in modo particolare tutte quelle piccole imprese che hanno un estremo bisogno dei loro incassi quotidiani, per poter pagare non solo i loro dipendenti e i loro fornitori, ma anche le spese vive come le bollette, come il mutuo o l’affitto e simili. Senza i loro incassi quotidiani, come possono queste imprese continuare a vivere? Come possono queste imprese riuscire a schivare la crisi?
Secondo Agostino Bonomo, presidente di Confartigianato Veneto, se le restrizioni che il governo ha richiesto dovessero essere confermate, il Veneto potrebbe andare incontro ad un vero e proprio collasso economico. Non solo, questa situazione potrebbe comportare anche una paralisi dell’economia dell’intero paese. Di simile avviso anche Antonio Santocono, imprenditore che ha fondato l’impresa informatica di grande successo Corvallis e che è presidente della Camera di commercio di Padova. Anche secondo Santocono le misure che la politica italiana sta prendendo sono spropositate e possono portare ad una vera e propria distruzione del tessuto economico del Veneto, del Nord Est, dell’Italia intera.
Ci sono aziende che non vogliono avere niente a che fare con tecnici ed operatori veneti. Ci sono fornitori che non hanno alcuna intenzione di raggiungere il Veneto e che hanno paura di non riuscire poi a tornare indietro. Ci sono aziende che vedono l’export diminuire in modo sempre più intenso e che sono consapevoli che per poter poi tornare alla normalità ci vorrà davvero molto tempo, un tempo che è denaro, un tempo che comporterà non poche perdite, un tempo che potrebbe voler dire crisi, una crisi da cui poi potrebbe essere difficile risollevarsi.
Si fa un gran parlare di smart working in questo periodo come di una possibile soluzione al problema. Lo smart working può aiutare certo, ma solo alcuni settori lavorativi e solo alcune operatività. Ci sono infatti dei lavori che non possono di certo essere fatti da casa, come i lavori artigiani, come le produzioni in serie delle grandi aziende venete, come la ristorazione e simili. Il rischio è di incorrere in una vera e propria catastrofe che potrebbe portare il nostro paese ad una morte certa.
Sì, perché ormai i clienti non hanno più alcuna fiducia nelle aziende del Veneto e più in generale di tutto il Nord Est italiano. Sì, perché ormai la reputazione delle aziende del nord è stata letteralmente bombardata e devastata, così che agli occhi del mondo gli italiani non sono più visti come un’opportunità. Dove finirà tutto quello che è stato possibile costruire nel corso degli anni? Dove finiranno gli sforzi che sono stati compiuti e i passi in avanti? Finiranno senza dubbio nel dimenticatoio se non si affronterà la situazione in un modo del tutto diverso. E nel frattempo anche il settore del turismo sta vivendo un calo eccessivo. Si parla di una diminuzione anche del 40% delle prenotazioni, cosa questa che è del tutto improponibile per una regione come il Veneto che anche di turismo vive.
È stato gettato il panico nella popolazione del mondo intero, a causa dei giornalisti e della politica, a causa di notizie poco trasparenti e informazioni lacunose. E adesso questo panico può letteralmente essere un’arma capace di distruggere l’Italia. È necessario intervenire al più presto.